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(24.06.10)

 Chi sei?

Prima o poi qualcuno muore dalla curiosità e chiede di sapere chi sono. Almeno il mio nome, di dove sono. Mi dispiace, c'è da temere che resterò per sempre il Ciellino Misterioso (quello che fa infuriare le matricole universitarie che cercano su Google “ciellini a morte!” e amenità del genere).

Dunque, visto che va di moda, procedo anch'io. Dieci cose di me “che (forse) non sapete”, per onorare la mia insaziabile vanità col risibile alibi di rispondere a qualche persona curiosa.

1) Quando passo volgo sempre lo sguardo lì, qualunque cosa io stia facendo in quel momento. Se nell'iPod non sto ascoltando musica sacra, abbasso anche il volume. Sì, lo sguardo rivolto verso quella statuetta della Madonna (di Fatima). Trattengo un sospiro: quella statuetta mi ricorda la Donna più pura e più perfetta che nessun uomo possa mai immaginare. Vergine per eccellenza e Madre per eccellenza. E quel luogo dimenticato, che se sprovvisto di quella statuetta non significherebbe niente nell'universo, mi è più familiare di tanti altri.

2) Non sono un perfetto ciellino, e perciò non sono un perfetto interista. Il perfetto ciellino non ha tutto questo tempo per lamentarsi (per di più su un blog anonimo con meno di mezza dozzina di lettori, incluso l'autore). Io invece mi lamento. Poi il ciellino tipico (diciamo i tre quarti del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione) tifa Inter “senza se e senza ma” (e lo stesso don Giussani teneva per l'Ambrosiana Inter). Io invece di “se” e di “ma” e di lamentele ne ho a iosa (ma si può mai pareggiare uno a uno con l'Udinese? dico, l'Udinese! sì, ma non sapevo neppure che giocavano. Sono un interista “credente ma non praticante”, perciò sprofonderei volentieri l'Inter nel campionato dilettanti se ciò servisse per (cattolicamente) salvare anche una sola anima. O anche per darle una solida possibilità di salvezza, come per esempio è avvenuto ad uno di quei presuntuosi stupidi che amavano qualificarsi “agnostici”, imbattutosi in una folla di “ciellini” e finito per convertirsi all'unica vera fede professata nell'unica vera Chiesa).

3) Adoro mangiare ciò che si sgranocchia. Più decibel emessi nell'esercizio della mascella, più gusto (specialmente se il gusto è delle papille oltre che alle orecchie).

4) Agli esercizi della Fraternità 2009 mi ritrovai un sabato mattina seduto accanto ad una spettacolare pulzella. Anche avendo evitato di guardare nella sua direzione piuttosto che verso il don Carrón, anche avendola vista solo di sfuggita, ce l'ho ancora oggi stampata negli occhi, la ricordo come se fosse oggi. Una presenza che colpisce. Qualche notte sogno che lei capiti per puro caso su questo blog, legga per puro caso quella pagina, e per puro caso mi scriva in fretta una email chiedendomi di conoscermi. Naturalmente, per puro caso, abiterà non troppo lontano da qui (altrimenti come farà a chiedermi di uscire insieme?) e sempre per puro caso intenderà corteggiarmi senza sosta e... sempre per puro caso, non suona la sveglia.

5) La mia giornata finisce con l'Angelus, ma a volte sono così stanco che mi addormento prima di finirlo. Poi magari mi rigiro nel letto alle tre di notte e riprendo a recitare il resto (quello presunto: magari ho sognato di essere ancora all'inizio e quindi riparto daccapo) e naturalmente mi riaddormento prima di riuscire a terminarlo. Altre volte invece, “all'italiana”, mi giustifico da solo: «santa Vergine, ne riparliamo domani».

6) Adoro gli animali. Quelli domestici in particolare. Non posso permettermi una pecora, perché in casa non è facile tenerne una. Gli animali si fanno osservare, criticare, fotografare, deridere, elogiare, senza batter ciglio (fatte salve timidezza e diffidenza). Ce ne sono alcuni che sembrano mettersi in mostra di proposito, proprio per farsi osservare da te. A volte però mi vengono certi pensieracci cattivelli. Quando vedo un suino, per esempio, già pregusto un affettato misto. Maiali, non fatevi gabbare dal Ciellino! Se viene accanto a voi e comincia educatamente a recitarvi la parte centrale di Una sañosa porfia imitando la voce del don Carrón, aspettate ad applaudirgli: è una prelibatezza di prosciutto quella che Ciellino vede in quel momento...

7) In questo momento sono sprovvisto di morosa ma qualche lento movimento parrebbe far ben sperare per il futuro. Mi scappa di tanto in tanto di domandare alla Madonna di trovare una donna che ami più Lei che me (altrimenti, chi sa come va a finire...)

8) Su certe cose mi commuovo fino a copiose lacrime. Vedendo un film o un anime, talvolta perfino leggendo un libro o un articolo, in qualche caso perfino ripensandone al contenuto. In qualche altro caso addirittura scappavo via qualche minuto (con la scusa della toilette) per ricompormi e non farmi scoprire dagli amici. Mi sono commosso parecchio a leggere della vocazione di Quantitative Metathesis (e quel che è peggio, mi sono commosso anche mentre traducevo in italiano quella pagina, e anche quando ci ripensavo dopo settimane che l'avevo pubblicata). Sono stato capace di commuovermi perfino leggendo la biografia di Carrón (però solo perché mi tornava in mente di quando l'ho conosciuto). Ma ciò che è incredibile è che riesco a vantarmene qui sul blog...

9) Non posso dare la lista dei miei blog preferiti per due motivi - perché non sono tutti cattolici (non voglio fare pubblicità gratuita al Nemico), e perché quelli cattolici saranno già preferiti anche dai miei lettori.

10) Le mie conoscenze di informatica sono sempre state scarsine. All'epoca in cui digitavo SMS a velocità bisonica, un amico mi disse che scrivevo bene e che avrei dovuto aprire un blog. Non sapendo neppure cosa fosse un blog, gli chiesi scherzosamente di aprirlo per me, aspettandomi che mi dicesse quanto mi sarebbe costato all'anno. Invece, l'amico webmaster (si infuria ogni volta che lo chiamo così) divenne serio e con accento professionale mi disse che per il mattino successivo sarebbe stato pronto e utilizzabile. Fu così che lo costrinsi a spiegarmi cos'era un blog, perché mai la gente dovrebbe inondare l'internet con le proprie elucubrazioni e commentare (possibilmente litigando) quelle altrui, e cosa fare per rimanere anonimo (cosa che mi importa più dell'avere successo). Per un po' di tempo non lo utilizzai, limitandomi a cercare una sorta di ispirazione nei blog altrui, riscoprendo quel che già sapevo (e cioè che è prassi comunissima riempire l'internet delle proprie elucubrazioni). Per un lungo periodo lo tenni protetto da password affinché nessuno potesse leggerlo (rischiavo di essere scoperto), limitandomi a pubblicare una pagina al mese per tenerlo “attivo”. Poi, apparentemente scampato il pericolo, l'ho reso nuovamente pubblico. Ora, con qualche cautela, riesco anche a consigliare di aprire un blog. Anche una pagina al mese. Anche se per un anno nessuno si accorge di te. È molto più costruttivo delle patetiche alternative (Facebook, Twitter, forum...)

Di tanto in tanto capita qualcuno che nel leggere qualche stramba paginetta di questo blog mi chiede chi sono, dove abito. Per vari motivi, tra cui quello di continuare ad essere libero di scrivere con tanta veemenza, non rivelerò chi sono. Sono talvolta tentato di rispondere: sono il tuo collega cattolico in ufficio, sono quello che hai visto all'ultima scuola di comunità, ero quello con cui hai parlato per qualche istante all'ultimo Meeting... Ma una risposta del genere scatenerebbe ancora di più la curiosità. Ed anche quando fossi sincero dicendo “siamo pressoché coetanei e ci separano un po' di chilometri” scatenerei l'indagine curiosa, e presto o tardi qualcuno, nonostante le promesse, non resisterebbe a confidare a qualche amico: “sai, Ciellino Misterioso è...” E forse addirittura il giorno dopo sarò sui blog di mezza Italia (quale onore) o comunque identificabile da chiunque sappia usare Google (un brivido di terrore mi attraversa ogni anfratto della colonna vertebrale).

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(6.10.09)