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(24.06.10)

 Appunti esercizi Fraternità di Comunione e Liberazione (CL, esercizi Rimini)

Anche quest'anno, nei giorni immediatamente successivi agli Esercizi della Fraternità di CL ci sono i soliti che si affidano a San Google per trovare gli appunti degli esercizi. In decine hanno cliccato su questo blog trovando solo... la pagina in cui dicevo che avrei partecipato (oppure la pagina dell'anno scorso dove dicevo queste stesse cose; magari oggi ce ne saranno altrettanti e domani pure).

Costoro si dividono in due categorie: quelli che c'erano ed erano troppo stanchi per annotare quanto detto da don Carrón (anche se il solo ascoltarlo, specialmente nel caso di quest'anno, sarebbe stato davvero interessante: altro che “appunti”!) e quelli che non c'erano e non vedono l'ora di sapere cosa ha detto don Carrón.

Si consolino: col numero di maggio o giugno di Tracce uscirà in omaggio il libretto ufficiale, con tutte le citazioni al loro posto (non semplicemente “l'allora cardinal Ratzinger disse che”, ma libro, titolo, edizione, pagina, citazione virgolettata e quant'altro). Mentre partecipavamo agli esercizi, il numero di Tracce di maggio era già in “finalizzazione”, per cui dubito che possano uscire in forma cartacea già allegati al numero di maggio.

Tal libretto, per chi è iscritto al sito web della Fraternità, sarà presto disponibile in formato elettronico PDF anche prima - come già avvenuto negli anni scorsi. Così uno se li può leggere sul computer o sul cellulare, mentre viaggia in autobus.

Ora però vorrei capire a cosa servono veramente quegli appunti tanto cercati su Google. Se gli Esercizi Spirituali di CL sono riducibili al libretto-appunti che ne contiene il testo, allora è inutile partecipare agli esercizi. Eravamo oltre ventiseimila partecipanti (in leggera flessione rispetto agli anni scorsi), dunque saremmo stati ventiseimila stupidoni che potevano comodamente stare a casa a cercare il testo su Google?

Io ho bisogno di andare agli Esercizi (con tutta la fatica e la spesa che ciò comporta) perché ho bisogno di quel popolo e soprattutto di quel don Carrón che parla a me (e pure agli altri ventiseimila, ma sento che parla a me, direttamente, faticando per ogni parola, avendo l'assoluta e disperata urgenza di non presentarsi davanti a Cristo dicendogli solo “ho fatto quel che potevo”). Per di più, essendo quei tre giorni (due e mezzo) dedicati esclusivamente agli esercizi, c'è minor rischio di distrazioni.

Gli esercizi non sono riducibili ad una lezione universitaria. Il fatto che Tracce mi pubblichi il libretto è una gran comodità, ma non c'è fretta. Nel prendere appunti annotavo solo le mie considerazioni e le parole più sonore di don Carrón - non sto certo a trascrivere ogni cosa, non sono di quelli che trascrivono pure il telegramma inviato dal cardinal Bertone a nome del Papa. Prendere appunti significa fissare su carta qualcosa che nella fretta (o nell'abbondanza degli argomenti seri ascoltati) potresti dimenticare o non saper esprimere. Una volta rivisti, una volta utilizzati per bene, probabilmente possono non servire più.

Prendere appunti è qualcosa del tutto personale. Ciò che colpisce me può essere secondario per qualcun altro, e viceversa. Ciò che io conosco bene e posso abbreviare o evitare di trascrivere, per qualcun altro può essere essenziale. Se di tutti gli esercizi spirituali riesci a tornare a casa con una sola frase, o anche una sola parola, che ti ha colpito al punto da risvegliarti un sano desiderio di cambiamento, allora la fatica e la spesa degli esercizi sono state già ampiamente ripagate. Solo uno stupido (o un distratto) riesce a lasciarsi scivolare addosso l'intera tornata degli esercizi. Bisogna essere proprio distratti (ci vorrebbe una parola più volgare) per andare agli esercizi aspettandosi di ascoltare delle prediche eleganti, di commentarle e magari anche di “preparare una domanda intelligente” - c'è gente che dopo decenni di militanza nel movimento, Banco Alimentare, vendita di Tracce, cariche di responsabilità e tutto il resto, ancora va agli esercizi con quello spirito da associazione culturale e dopolavoristica - quelli che su questo blog qualifico sprezzantemente come “giussanologi” e “cielloti”.

La distrazione principale di questi esercizi è stata... quella pulcherrima pulzella seduta alla mia sinistra sabato mattina, con quegli splendidi occhietti verdi da farti svenire di gioia (ho sempre detto che all'università se vedi una ragazza carina, quasi certamente è ciellina - ma evidentemente ciò resta vero anche dopo l'università). Una bellezza fuori dai canoni volgari, una bellezza di quelle che t'incantano (scommetto che altre decine di googlatori atterreranno su questa pagina cercando foto e altre notizie di lei). Solo chiedendomi spesso il motivo per cui ero lì ho potuto prendere appunti senza lasciare che la sua presenza diventasse un assillo tale da sprecare la mattinata. Però mi è rimasta impressa. “Un possesso, ma con un distacco dentro” come diceva il don Giussani.

A suo tempo ho ravanato anch'io nel mar di rumenta degli appunti altrui, per l'insicurezza di aver preso male i miei, per il desiderio di imparare qualcosa di più che magari mi era sfuggito. Ma presto scoprii che un buon caffè è molto più efficace (quando si è assonnati, si comincia a lasciare le frasi a metà, oppure ad annotare cose secondarie perdendo di vista il filone principale).

Quest'anno ho visto diverse persone armate di netbook e palmari. La tecnologia aiuta nella misura in cui la padroneggi. Ma c'è sempre il problema di come riutilizzerai gli appunti che prendi. Inutile scrivere fino a provar dolore nella mano, quando poi a stento li rileggerai (e nel momento in cui arriva il libretto dettagliato allegato a Tracce, quegli appunti probabilmente non serviranno più).

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(28.4.09)