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(24.06.10)

 Aborto: un approccio multidisciplinare

L'aborto, come ci insegna la BIOLOGIA (attenzione: la BIOLOGIA), è la truce uccisione di un bambino vivo ancora non partorito.

La cosiddetta “conquista sociale” consiste, nel campo della GIURISPRUDENZA, di aver dichiarato che tale infanticidio non è più da perseguire ma da incentivare economicamente.

Per brevità, sorvoliamo sul fatto che la legalizzazione dell'aborto è un assurdo giuridico (infatti non esiste alcun motivo per uccidere a proprio piacimento un innocente incapace di difendersi).

Dopo biologia e giurisprudenza, passiamo alla SOCIOLOGIA (attenzione: SOCIOLOGIA): cosa sarebbe l'Italia, oggi, con quattro milioni di giovani in più?

L'Italia sta “invecchiando” anzitutto grazie all'aborto facile e pagato dallo Stato. Sappiamo tutti che la quasi totalità assoluta degli aborti sono un “rimedio” ad una maldestra contraccezione o ad un figlio diverso da ciò che avevano pianificato i genitori.

Già che ci siamo, parliamo anche di fatti di CRONACA: a fronte di una stima di 1000-1500 aborti clandestini l'anno, nei primi anni settanta le cifre vennero gonfiate (per propaganda pro-aborto) anche a cinquemila, diecimila, ventimila.

Nel primo anno di applicazione della legge, gli aborti (pagati da noialtri contribuenti) furono 130.000 (centotrentamila): dunque la legge, anziché stabilizzare il fenomeno, lo ha fatto esplodere. Naturalmente, a distanza di trent'anni, gli aborti clandestini non sono affatto scomparsi (il caso della Villa Gina nel 2000, gli arresti di Torino nel 2003, etc; ma dovremmo considerare anche i neonati gettati nei cassonetti, che è l'aborto più economico).

Passiamo ora ad altra disciplina: la STORIA. La cosiddetta “conquista sociale” legale l'hanno inventata prima i comunisti, subito dopo la rivoluzione d'ottobre del 1917. Poi toccò ad Hitler, nel 1933. Quindi in Cina, Bulgaria, e altri paesi comunisti. L'aborto è dunque una “conquista sociale” con radici completamente antidemocratiche...

Ci tocca ora il tasto dolente: l'ECONOMIA. Ogni intervento abortivo costa alle strutture sanitarie tra i duemila e i tremila euro (dati del 2004): tutto è a spese di noialtri contribuenti.

Fatevi un po' i conti, senza dimenticare che l'industria dell'aborto è un vero business anche per le multinazionali farmaceutiche (per esempio con la spirale, con le pillole abortive del giorno dopo, etc).

Passiamo alla STATISTICA: in Italia si uccide mediamente un bambino ogni quattro minuti - un genocidio autorizzato e finanziato dalla legge democratica.

Nel poco tempo che avete letto queste mie poche righe, è stato ammazzato un altro innocente. L'olocausto degli ebrei viene ricordato e deprecato ovunque; ma la shoah dei bambini ammazzati prima di nascere viene chiamata “conquista sociale”.

Concludiamo infine con la LOGICA: i bambini abortiti non possono fare né manifestazioni di protesta, né sit-in, né raccolte di firme, né occupare binari ferroviari. Perciò noialtri si fa finta che loro non abbiano diritti.

Pertanto, a pontificare sulla liceità dell'aborto, restano solo quelli che non sono stati abortiti.

Dunque, di tutto cuore, auguro ai fautori dell'aborto di assaporare al più presto sul loro corpo, sulle loro carni, tutto il trattamento fisico che comporta un aborto.

Dalla MEDICINA e FARMACEUTICA apprendo che l'aborto si procura tramite avvelenamento e macellazione (embriotomia, isterotomia, raschiamento dell'utero, frantumazione...). Per esempio, nel metodo cosiddetto della “nascita parziale”, si estraggono i piedi del bambino, lo si decapita (sì, gli si taglia la testa) e si aspirano via ad alta pressione i residui del cadavere.

Ah, ho dimenticato di parlare di RELIGIONE e di MORALE... ma spero che mi perdonerete tale mancanza.

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(15.2.08)