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(24.06.10)

 Quel coltellino svizzero...

Qui sotto inserisco la mia (speriamo decente) traduzione del post The Story of a Swiss Army Knife della blogger Quantitative Metathesis (QM).

Quel coltellino svizzero...

Mi sono talmente divertita a raccontare oggi questo episodio che non vedo l'ora di ripeterlo. È una storia vera, oltre che qualcosa di adatto per festeggiare la vigilia del mio quarto “compleanno cattolico”.

Nell'autunno del primo anno di università un amico mi venne a far visita e mi chiese: “QM, pensi di potermi aggiustare questo?” Suppongo che ritenesse utile chiedermelo perché in precedenza, nello stesso anno, ero riuscita ad rimettergli insieme con la colla il suo crocifisso da parete che cadendo era andato in pezzi. Perciò gli risposi che ci avrei provato, mentre mi mostrava quella specie di collana - grani di legno connessi tra loro con ganci a catena e un crocifisso alla fine. Di quell'oggetto, che lui chiamava “rosario”, mi fece notare che uno dei collegamenti era rotto, per cui non era più un cerchio chiuso.

Ora, io non sapevo che cosa fosse un “rosario” - ero dopotutto una buona luterana! - non sapevo nulla più di quanto lui mi avesse detto. Pareva abbastanza semplice da aggiustare. Tirai fuori il mio caro vecchio coltellino svizzero (che conteneva un paio di comode pinze) e dopo aver giocherellato un po' col filo riuscii a riconnettere i ganci.

Ebbi da ripararlo più volte durante l'anno. Pare che l'amico lo utilizzasse parecchio, portandolo con sé in tasca al punto di strapazzarlo troppo o di farlo impigliare nell'orologio che pure aveva in tasca (sigh... gli uomini!)

Non mi ero ancora fatta un'idea di cosa fosse esattamente un “rosario”, ad eccezione delle sue caratteristiche fisiche e del fatto che lui lo utilizzava per pregare. Ma era un oggetto simpatico, e col coltellino svizzero riuscivo sempre a ripararlo.

All'epoca stavo cominciando a scoprire la Chiesa catttolica e la teologia cattolica. Nella mia cerchia di amici si parlava volentieri di fede e di religione e ci ritrovavamo spesso a discutere e fare confronti. Il mio amico del rosario una volta portò me e la mia compagna di camera ad una messa, era di giovedì. Quando entrammo nella piccola cappella, entrando si inginocchiò, poi prese posto (e lì, di nuovo, si inginocchiò), quindi tirò fuori il rosario e cominciò a recitare una serie di preghiere, ripetendole più volte, insieme alle altre persone nella cappella. Alcune preghiere non le conoscevo, ma tutti gli altri lì presenti le conoscevano. Che roba sarà mai? Cosa stanno facendo? Ed io cosa sto facendo in questo posto strano?

A gennaio, dopo una di quelle discussioni sulla religione che avemmo nella nostra stanza, seguii l'amico fuori in corridoio.
“Mi insegneresti il rosario?”
Non so perché glielo chiesi, e certo nemmeno all'epoca lo sapevo. Ma c'era dentro di me qualcosa che mi spingeva a chiederlo; penso fosse il desiderio di avere la stessa cosa che aveva lui. Lui sapeva qualcosa che io non sapevo, amava qualcosa che io non avevo, possedeva qualcosa che io non possedevo.
“Mi insegneresti il rosario?”
Mi parve sorpreso, ma fu subito d'accordo e contento di insegnarmelo.
“In latino o in inglese?” mi chiese. Beh, stavamo entrambi studiando materie classiche... ovviamente scelsi il latino!

In camera sua, cominciammo meccanicamente.
“Ripeti con me: Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum”.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum.
“Benedicta tu in mulieribus”.
Benedicta tu in mulieribus.
“Et benedictus fructus ventris tui, Jesus.”
Et benedictus fruc...?
“Fructus ventris tui, Jesus.”
Et benedictus fructus ventris tui, Jesus.
E così via. Frase dopo frase, preghiera dopo preghiera, fu come costruire il rosario insieme. Scoprii quel ritmo di preghiere ripetute, e scoprii che una delle preghiere (la più ripetuta) era indirizzata a Maria. Era un domandare alla Vergine Madre di Dio di pregare per noi poveri peccatori. Era un gridare per chiedere aiuto in un mondo decaduto, e un guardare avanti con la speranza che ci viene dall'Incarnazione. Come mi suonava bene! Lasciai lentamente scivolare il mio piccolo cuore confuso in quelle preghiere.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae!

Un giorno mi disse: “penso che sei pronta per imparare i misteri”. Scoprii dunque che le preghiere parlate non sono il cuore del rosario, che in realtà è una meditazione sulla vita e sulla missione di Gesù Cristo! Wow! Splendido! Chi poteva immaginarlo che in quei 59 piccoli grani era contenuto così tanto? Cominciammo perciò a pregarlo insieme, con regolarità. Dopo poche settimane mi fece addirittura guidare la preghiera. In breve tempo mi affezionai tantissimo al rosario.

Davvero, parlo sul serio. Cominciai addirittura a creare segnalibri-rosario con filo da ricamo e ritagli di vecchie scatoline da regalo. Era un po' ridicolo, ma conservo ancora uno di quei segnalibri: è nel mio catechismo.

Come probabilmente potete prevedere, la mia esplorazione della Chiesa cattolica cominciò a diventare una valanga proprio da quando avevo iniziato a pregare il rosario. Maria mi aveva preso per la collottola e mi stava conducendo decisamente verso il suo Figlio, sia che io lo sapessi o no, sia che lo volessi o no. Dopo un mesetto mi ero ormai resa conto che stavo non solo prendendo in considerazione il diventare cattolica, ma ero già sulla buona strada per diventarlo! La dottrina cattolica aveva molto più senso di qualsiasi cosa io avessi sentito prima, e vi ritrovai tante cose che avevo già creduto quando ero luterana sebbene non le avessi mai trovate nel luteranesimo. Cominciai perciò ad indagare cosa mi sarebbe stato necessario per fare il gran salto.

Ci fu un bel po' da indagare, certo, ed ebbi bisogno di parecchio aiuto prima di riconciliarmi (inclusi gli ultimi dettagli dottrinali su Maria), ma senza dubbio resto convinta di questo: cercare assolutamente quella Maria. È una madre, e farebbe qualsiasi cosa per portare i suoi figli a Cristo. Lo so. Con me ha utilizzato un coltellino svizzero.


(QM - che se non ricordo male si chiama Kirstine Ann - ha cominciato il 19 agosto 2009 il periodo di aspirantato presso le suore Passioniste di clausura a Whitesville, nel Kentucky)

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(6.9.09)