Il male non merita pubblicità. Se ne deve parlare solo per lo stretto necessario.
Piccola dolorosa esperienza di un po' di tempo fa. A titolo di esempio, per completare in modo elegante un discorso sulla morale cristiana, nominavo una lista di peccati allo scopo di deprecarli. Il mio interlocutore (incredibile ma vero), il giorno dopo, casca a commettere il peggiore della lista.
Mi sono sentito in colpa per essere stato anche involontariamente strumento del suggeritore di tutti i peccati. Mi sono sentito anche uno stupido, a non aver pensato prima di parlare. Il discorso fu elegante, ma la conseguenza fu imprevista.
“Nominare”, in quel caso, era stato involontariamente un piccolo “evocare”.
Dovevano saperlo bene i monaci medievali, nel raccomandarsi a vicenda di parlare solo di cose che elevano lo spirito. Già sapevano che il male non merita pubblicità. Già sarebbero stati in grado di giudicare i nostri telegiornali, così compiaciuti nel raccontare morbosamente i dettagli più squallidi di certi delitti e di certi altri peccati... tanto da ispirare strane idee a chi ascolta.
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