Un amico mi ha segnalato il romanzo di Michael D. O'Brien, “Il nemico”, edizioni San Paolo, 2008 (titolo originale: “Father Elijah. An Apocalypse”, 1996). Romanzo piacevole da leggere, simile a “Il padrone del mondo” di R.H.Benson, molto dialogato. 550 pagine. 19,50 euro ben spesi.
Un cardinale è andato a colloquio dal Papa per parlargli delle motivazioni degli ecclesiastici dissidenti. Ecco alcune citazioni del “crescendo” del colloquio (a pagina 456 e successive dell'edizione italiana), che secondo me valgono da sole tutto il costo del libro.
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“Lo so che per Lei sarà difficile crederlo, ma devo informarLa che ci sono membri del collegio cardinalizio che non sono fedeli”.“Non sono fedeli alla Chiesa?”“Diciamo piuttosto che non sono fedeli alla Sua persona”.“Al papato?”“Bene, non esattamente. E' il Suo pontificato che sembra averli infastiditi. C'è un gruppo di vescovi, parecchie centinaia so, e molti cardinali che hanno auspicato che Lei prenda in considerazione di ritirarsi”.“Ritirarmi?”“Sì, ritirarsi”.“Capisco. Quali sono le loro ragioni? Lo sa?”“Dalle informazioni che ho raccolto, concordano che il Suo pontificato non è stato quello che il conclave aveva sperato. Quando Lei è stato eletto, si aspettavano che gli obbiettivi del Concilio sarebbero stati messi in atto a pieno ritmo. Ora ritengono che le Sue recenti encicliche e il modo in cui sono state applicate le Sue decisioni disciplinari rappresentino un ritorno alla Chiesa preconciliare”.
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“Quel gruppo pensa che io abbia rallentato il processo di rinnovamento?”“Purtroppo sì”.“E Lei, cardinale, che opinione ha su questo tema?”“La mia fedeltà verso di Lei è incrollabile”.“Concorda sul fatto che i conflitti diffusi nel campo della dottrina, dell'educazione e della liturgia siano il risultato di un fraintendimento del Concilio?”“Indubbiamente”.“Da parte di prelati modernisti?”Il cardinale non rispose.“Forse da parte di cardinali conservatori?”“Il gruppo di cui stiamo parlando sembra tendere a questa seconda risposta”.
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“Qual è, precisamente, il problema?”“Dobbiamo o meno affidarci allo Spirito Santo e aprire la strada a un processo più democratico?”“Il papato sarebbe quindi una pietra d'inciampo sui sentieri dello Spirito Santo?”“Non esattamente. Attualmente ci troviamo in un periodo di transizione e, quindi, possiamo aspettarci le normali difficoltà di adattamento a un nuovo paradigma di Chiesa”.“Come si immagina questo nuovo paradigma?”“Dovrei spiegare, Santo Padre, che non sto tanto riferendo le mie opinioni, quanto piuttosto quelle di questo gruppo. Ritengono che le Chiese nazionali funzionerebbero con maggiore efficienza e metterebbero in atto un processo più realistico di inculturazione, se non concentrassimo le calanti risorse sul mantenimento di un modello medievale di Chiesa”.“Penso che il Concilio sia stato chiaro su questo punto, no? Il Papa è Pietro, il capo degli apostoli. I suoi fratelli vescovi pascolano legittimamente il gregge di Cristo solo in unione con la cattedra di Pietro”.“Sono completamente d'accordo. Ma i vescovi desidererebbero sapere se possono mantenere la linea di successione apostolica esercitando una maggiore autonomia”.“Hanno tenuto in considerazione le lezioni della storia?”“Mi scusi?”“Hanno tenuto in considerazione il IV secolo, quando quasi tutti i vescovi del mondo si sono piegati al volere di un imperatore ariano? Solo il papa e un manipolo di vescovi fedeli a lui hanno preservato la cristianità dei Vangeli. Che cosa ci dice ciò dello Spirito Santo?”Il cardinale non replicò.
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“Non è così chiaro ai cattolici moderni come lo era una volta”.“E perché era così? Come ha fatto a diventare così incomprensibile?”“Forse si tratta della confusione naturale che sorge in un'epoca di cambiamento”.“E così torniamo al punto di partenza. Chi o che cosa è Pietro?”“Non potrebbe essere che lo Spirito Santo ci chieda di crescere? Forse è tempo di ripensare alcune delle vecchie strutture, compresa la Sua carica, Santo Padre. Il cambiamento non è un male”.“Ripeto la mia domanda: tutte queste persone - a sinistra, destra e al centro - amano Pietro?”“Amore? Non ne sono sicuro. Tutti La ammirano”.“L'ammirazione è facile da provocare. Ma mi amano?”A questo punto nella voce del cardinale si insinuò la prima nota di impazienza: “Non so”.
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“Ma Santo Padre”, replicò il cardinale in tono riflessivo, “i tiranni sono tutti morti. L'età del confronto è finita. Le terribili guerre e le rivoluzioni dell'era moderna sono state il risultato di vari generi di dogmatismo. E' arrivato il tempo di dialogare con ogni parte, di costruire ponti. Troppo a lungo abbiamo camminato a ritroso nel futuro, ossessionati dal nostro passato, intrappolati nel passato. La razza umana sta ora compiendo un grande passo in avanti. Dobbiamo voltarci e guardare in faccia al futuro. Questo e solo questo assicurerà la salvezza del pianeta!”“E qual è la nostra parte in tutto questo?”“Mostreremo che crediamo nell'Uomo. Per troppo tempo ci siamo alienati la maggior parte della comunità umana con i nostri giudizi e le nostre condanne, promuovendo le divisioni da ogni parte”.“Cardinale, stia attento a quel sofisma! Se un uomo dice che il cielo è blu, sta causando una divisione? E' irragionevole?”
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“Non sono venuto qui per essere rimproverato. Sono venuto per aiutarLa”.“Se desidera aiutare la Chiesa, deve dire a questi cardinali e vescovi insoddisfatti che il cielo è azzurro. La Chiesa non è una struttura umana. Questo è il motivo per cui così tante culture e così tanti popoli diversi trovano la loro identità in essa. La crescita del regionalismo in alcuni angoli del cattolicesimo occidentale sembra solo promuovere un senso d'identità intensificato; in realtà contribuisce a corrompere l'identità. E' in grado di spiegarmi perché la rivolta tende ad una torbida uniformità sotto la «creatività» superficiale del suo individualismo?”“Santo Padre, la nostra conversazione sta avviandosi su un binario morto. L'ecclesiologia è un tema complesso. Torniamo al problema concreto”.“Questo è proprio quello che stiamo discutendo”.“Come vuole. Devo dirLe che il Suo approccio non funzionerà a lungo”.“E Lei ha un rimedio”.“Sì. Con tutto il dovuto rispetto, devo dirLe che c'è un consenso crescente sul fatto che anche Lei si attenga alle regole che ha imposto ai Suoi fratelli vescovi. Dovrebbe prendere in considerazione di ritirarsi. Un conclave eleggerà un nuovo papa, uno che non sarà né progressista, né conservatore, che partirà dai risultati da Lei raggiunti e riporterà la Chiesa sulla giusta rotta”.“Lei sta insinuando, senza mezzi termini, che ho condotto la Chiesa fuori rotta. Questo mi fa comprendere che Lei, come quei dissidenti, ha perso la fede nella promessa petrina, il carisma unico di Pietro, le chiavi del Regno”.“Non è così. Non ho detto questo. Non stiamo mettendo in discussione la Sua difesa della fede e della morale. Qui si tratta di una crisi pastorale. I Papi sono uomini. La nostra storia è un lungo racconto fatto di curve e di svolte. Molte personalità, grandi e meno grandi, hanno occupato la Sua cattedra. In questo momento Lei è ancora rispettato come uomo che ha fatto grandi cose. Sarà ricordato come un grande pontefice. Ma nessuno è al di sopra delle critiche. Per il bene ultimo della Chiesa Lei dovrebbe consegnare le chiavi ad altri che possano continuare da dove Lei è giunto. E' meglio che si ritiri al culmine della grandezza che presiedere alla graduale frantumazione della Chiesa, una tragedia della quale Lei verrebbe accusato nelle generazioni future”.
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“Non ho paura”, disse il cardinale freddamente.“Dio è misericordioso. Ritorni da Lui”.“Questa conversazione sta diventando noiosa. Lei è una personalità ossessivo-compulsiva, e non sopporterò di venire insultato!”
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