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(24.06.10)

 Lo stereotipo del blog cattolico

Ieri si parlava di quel film, della notizia della donna che sta per subire una seconda (e ancor più grave) ingiustizia.

Uno “scandalo prefabbricato”.

Di tanto in tanto, nel nostro mondo reale, ci vengono generosamente elargite notizie del genere, che prontamente diventano un “caso nazionale” su certa stampa anche sedicente cattolica, diventano interminabili proclami e fastidiosissimi banner su nugoli di blog sedicenti cattolici.

Gente in buona fede, sicuramente, che grida allo scandalo e prende a cuore il caso, che grida in difesa della civiltà, in difesa del Papa, eccetera.

Si tratta del noto stereotipo del blog cattolico, con le sue varianti (cuoricini, preghierine, proclami, citazioni dotte, mini-notiziari scopiazzati dai soliti tre-quattro grandi media, magari da un widget automatico).

Prima che qualcuno brindi al fatto che un ciellino accusa lo stereotipo del blog cattolico, voglio osservare che si tratta mutatis mutandis dello stesso stereotipo del blog di sinistra.

Il blogger di sinistra si sente “alternativo”. Se ne infischia della notizia dell'assassinio di un prete in Cina, ma si straccia le vesti in nome di Mumia, odia dal profondo del cuore colui che è creduto detentore unico e universale del “conflitto di interessi”, e via seguendo certe notizie prefabbricate e scandali prefabbricati.

Non è l'internet che ha omologato e stereotipato.

Sono gli stereotipi in cui ci schiaccia il Potere (non banalmente il potere politico, ma il Potere, in generale: è un discorso complesso, che non posso affrontare qui in poche righe).

Per il Potere l'importante è che tu sia incasellabile in uno schema prefissato. L'importante è che tu scelga da un menu di posizioni predeterminate. E “la sinistra” è solo una di queste posizioni.

Il sinistroide che si straccia le vesti per Mumia, o il cattolico che si straccia le vesti per l'afghana in pericolo, sono la stessa cosa: gente “telecomandabile” dal notiziario del giorno (anche se la notizia prefabbricata è vecchia di trent'anni).

Sicché è lecito anche il sospetto che buona parte del cattodestrismo (altrimenti noto come “ideologia cristianista” e da tempo identificatasi con quella “neocon”) sia il prodotto del confondere la realtà col contenuto del telegiornale della sera prima.

A quel punto, anche le loro affermazioni sul Papa e sul Redentore finiscono per ridursi a contorno di un cristianesimo ridotto non solo ad instrumentum regni ma a un gradino ancora più basso, cioè all'instrumentum loqui. Che è parente stretto dell'instrumentum vaniloqui.

Così come gli “alternativi” sinistroidi vivono nel loro piccolo mondo, beati e beoti tra le loro notiziole preferite, così pure gli “alternativi” cattolicoidi vivono nel loro piccolo mondo, beati e beoti tra le loro notiziole preferite (in entrambi i casi, le notiziole sono fabbricate dal Potere).

Che questi ultimi siano l'alternativa al pattume cattosinistroide, non ci fa rallegrare ma ci fa disperare, poiché è l'errore uguale ma di segno opposto.

Non c'è bisogno di essere complottisti per dichiarare che è il Potere la fonte delle notizie e delle notiziole di cui si cibano - scegliendo come in un menu al ristorante - sia gli “alternativi” sinistroidi che quelli cattolicoidi (ben rappresentati nei blog che costellano il web italiota, seppure in minoranza rispetto ai neonichilisti resi tali dall'aver scelto nel citato menu le porzioni più economiche ed ignoranti).

L'errore dei cattocomunisti: pensare che per essere cattolici ci sia bisogno di essere irrinunciabilmente “di sinistra”.

L'errore dei cristianisti: pensare che per essere cattolici ci sia bisogno di essere irrinunciabilmente “di destra”.

In entrambi i casi, il cattolicesimo non è il fine ma è solo un mezzo.

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(11.1.09)