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(24.06.10)

 Cosa significa essere preti di CL

Dal sito web della Fraternità san Carlo leggo questa lettera di don Gianni, parroco a Tlalpan, in Messico.

Mi commuove. E mi commuove anche di più perché qui, proprio in questi giorni, una persona adulta si è presentata dal parroco a chiedere conforto spirituale ed è stata derisa (non esagero).

Il don Gianni, invece, non solo è stato capace di ascoltarla, ma è stato anche capace di capirla. E di comunicarcelo.

Davvero, non so cosa altro aggiungere, se non: “questo è l'essere preti di CL”, ad onta di chi ha sempre detestato il movimento.

Tlalpan, 30 ottobre 2008

Carissimi,

Gesù viene, bussa alla mia porta e, io - tecnicamente - rispondo, affronto, risolvo (da buon bergamasco nato per lavorare duro!) ma temo di non andare molto più in là. Domenica 12 ottobre, mi è stata portata una bambina di sei anni, Marta, che voleva parlare con un prete perché i suoi genitori si stavano separando. Entrati in ufficio parrocchiale, lei è andata subito a sedersi sulla poltrona del parroco dietro la scrivania, non mi è restato che mettermi dall’altra parte: in fondo era giusto così! La piccola saliva in cattedra per darmi una lezione sul dolore innocente. Per avere solo sei anni aveva già il suo bel fardello da portare: sapeva le verità e le giustificazioni di ciascuno dei suoi genitori che, naturalmente, le avevano raccontato tutto.

Un tempo si censurava troppo, si taceva troppo, rischiando così di cadere nell’ipocrisia; ma oggi, con questa smania di dire tutto e di fare tutto alla luce del sole, siamo poi certi di agire bene? Non stiamo obbligando i più deboli a portare pesi che le loro spalle non possono reggere?

San Benedetto diceva che è bene tacere anche delle cose belle, figuriamoci delle brutte! Marta mi ha chiaramente detto che non sapeva a chi credere, se a suo padre o a sua madre. Avevo le lacrime agli occhi, mi sentivo totalmente incapace e inadeguato: l’ho portata davanti al tabernacolo. Assieme abbiamo recitato un Pater noster e poi, con parole sue, ha chiesto che suo papà ritorni; poi abbiamo detto un’Ave Maria a cui Marta ha aggiunto la sua personale richiesta.

Un saluto a tutti,
Gianni

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(14.1.09)