profile (e presentazione)

 mail: ucciellino@gmail.com

 feed: atom RSS

 visite: 







Cambiato indirizzo: www.ucciellino.blogspot.com

Il nuovo indirizzo di questo blog è www.ucciellino.blogspot.com

Attenzione: Blogspot ha cambiato l'indirizzo (link) di ognuna delle pagine di questo blog, per cui i link che avete creato fino a tutto il 2009 quasi certamente non funzioneranno.

(24.06.10)

 Ma a che serve un altro blog cattolico?

Navigando in rete scopro oltre al bailamme anticattolico una miriade di siti web cattolici. A che mi serve dunque esternare su questo blog?

Questo blog non è la mia “missione”, ma è un mio strumento. Scrivere è rilassante. Costringe a riflettere. Fa migliorare nella maniera di comunicare. Fa raccogliere le idee, suggerisce discussioni, costringe a documentarsi. Induce ad essere onesti e precisi.

Tutto questo, naturalmente, avviene solo se si è cattolici (va bene anche se si è almeno un po' preoccupati di far figuracce di fronte alla verità).

Al contrario, i patetici siti web anticattolici - dove qualche figlio di papà tuona contro la fede, la famiglia, la morale, il buonsenso, pensando di essere originale nel ripetere le più retrive menate di altri - servono solo a dar fondo a tutto il malessere covato dentro. Col risultato, però, di non diventare mai interessanti, mai intelligenti, mai onesti. E di non perdere mai quel malessere.

Con o senza le indicazioni degli ultimi Papi, la presenza cattolica in rete sarebbe esplosa ugualmente. Se un demente qualsiasi può inneggiare alla libertà di sodomia, alla negazione della famiglia, all'affermazione dell'aborto e dell'eutanasia... allora si può utilizzare l'internet anche per fare qualcosa di diverso, per esempio parlare della propria fede, ragionare, descrivere.

Così come i laicisti finiscono per stereotipare i loro blog e siti web alla banale raccolta di articoli in tema (eventualmente con commenti riducibili a “sono d'accordo, purché si vada contro la Chiesa”), così il mondo dei blog e siti web e forum cattolici finisce talvolta per stereotiparsi alla raccolta di materiale cattolico, corrredato di giudizi prefabbricati su “notizie” prefabbricate, cuoricini, santini e amenità varie (in realtà ci sono anche eccellenti controesempi).

Ma è questo ciò che intendevano Giovanni Paolo II e Benedetto XVI?

«Anche se Internet non potrà mai sostituire quell’esperienza profonda di Dio che soltanto il vivere la vita liturgica e sacramentale della Chiesa può offrire, certamente offre un’integrazione e un sostegno unici per coloro che si preparano a incontrare Cristo nella comunità, sostenendo il nuovo credente nel momento iniziale del suo viaggio di fede»
(Giovanni Paolo II, XXXVI giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2002).

«Non abbiate paura delle nuove tecnologie! Esse sono “tra le cose meravigliose” - “inter mirifica” - che Dio ci ha messo a disposizione per scoprire, usare, far conoscere la verità, anche la verità sulla nostra dignità e sul nostro destino di figli suoi, eredi del suo Regno eterno. Non abbiate paura dell'opposizione del mondo! Gesù ci ha assicurato: “Io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33). [...] Le nuove tecnologie, in particolare, creano ulteriori opportunità per una comunicazione intesa come servizio al governo pastorale e all'organizzazione dei molteplici compiti della comunità cristiana. Si pensi, ad esempio, a come internet non solo fornisca risorse per una maggiore informazione, ma abitui le persone ad una comunicazione interattiva. Molti cristiani stanno già utilizzando in modo creativo questo nuovo strumento, esplorandone le potenzialità nell'evangelizzazione, nell'educazione, nella comunicazione interna, nell'amministrazione e nel governo. Ma a fianco di internet vanno utilizzati altri nuovi media e verificate tutte le possibili valorizzazioni di strumenti tradizionali. Quotidiani e giornali, pubblicazioni di varia natura, televisioni e radio cattoliche rimangono molto utili in un panorama completo della comunicazione ecclesiale»
(Giovanni Paolo II, lettera apostolica “Il rapido sviluppo”).

«I nuovi media, telefonia e internet in particolare, stanno modificando il volto stesso della comunicazione e, forse, è questa un’occasione preziosa per ridisegnarlo, per rendere meglio visibili, come ebbe a dire il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II, i lineamenti essenziali e irrinunciabili della verità sulla persona umana (cfr Lett. ap. Il rapido sviluppo, 10). [...] Invochiamo lo Spirito Santo, perché non manchino comunicatori coraggiosi e autentici testimoni della verità che, fedeli alla consegna di Cristo e appassionati del messaggio della fede, “sappiano farsi interpreti delle odierne istanze culturali, impegnandosi a vivere questa epoca della comunicazione non come tempo di alienazione e di smarrimento, ma come tempo prezioso per la ricerca della verità e per lo sviluppo della comunione tra le persone e i popoli” (Giovanni Paolo II, Discorso al Convegno Parabole mediatiche, 9 novembre 2002)»
(Benedetto XVI, giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2008).

Etichette:

(24.10.09)