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(24.06.10)

 Corso ultra-rapido per la cresima!

Il corso ultra-rapido per la cresima era già stato descritto nella pagina a questo link.

Qui sotto, rispondo ad uno dei commenti che mi è giunto in merito, sulla cresima, sui corsi di preparazione, sul battesimo ed altro.

È ovvio che lo scherzo da buontempone per il “corso veloce di cresima” si applica solo ai furbi che vogliono mercanteggiare sulla maniera di ricevere i sacramenti (solo a quella gente lì mi riferivo, e ho provato un insano piacere a prendere per il sedere uno di loro), e ovviamente non si applica per niente a chi invece è in un vero stato di necessità. Sempre con la perplessità su tale “stato di necessità”: di fronte al Signore, cosa giustificherà mai la fretta dovuta a sbadataggine?

Ti dirò di più: per una persona atea in punto di morte, bastano pochissimi minuti per far capire come stanno le cose della fede.

Anzi, pochissimi secondi: proprio come il buon ladrone morto in croce accanto a Gesù.

Ricordo un vecchio film sulla tragica impresa di Umberto Nobile al polo nord.

Mentre Nobile e i suoi avanzano a piedi sui ghiacci in condizioni disperate, uno del gruppo si accorge di non aver più forza per proseguire, cioè si accorge di essere spacciato.

Si sveste, resta nudo (per cedere le sue vesti ai compagni, perché soffrano meno il freddo), ha pochi secondi di vita prima di morire rapidamente assiderato (nudo tra i ghiacci e la tormenta).

Uno dei suoi compagni gli grida: “ma la neve in fondo in fondo è acqua... fatti battezzare! ti battezzo io!” (in condizioni gravi, perfino un ateo può amministrare validamente il battesimo, purché abbia “intenzione di fare quel che fa la Chiesa”, e ripeta i gesti essenziali del rito; questa è la dottrina cattolica, non è una mia opinione).

Quello spacciato e nudo tra i ghiacci insiste: “no, no, sono sempre stato ateo, no” (nessuno può essere battezzato “a forza”; se la sua volontà è rifiutare il battesimo, allora i gesti del sacramento, anche se fatti dal Papa stesso, non hanno effetto; anche questa è dottrina cattolica, non è una mia opinione).

Il suo compagno insiste ancora un poco, ma quello spacciato rifiuta ancora e si lascia morire tra i ghiacci.

Morto senza battesimo. In fin di vita ha avuto la possibilità di farsi battezzare, e ha scelto di rifiutare. Liberissimo di farlo.

Però, se sul significato della vita i cattolici hanno ragione e lui ha torto, allora gli è andata malissimo.

Mi spiego meglio: da “ateo”, non gli costava niente accettare; nel peggiore dei casi, sarebbe stato come avere qualche spruzzo d'acqua e delle parole di conforto. Tutto sulla fiducia (“fiducia”, “fidarsi”, “fides”): battesimo valido, perché non ha rifiutato la divina grazia, non l'ha ostacolata.

A uno che non crede che esista la vita eterna dopo la morte, non costa niente accettare un gesto del genere in punto di morte.

Al contrario, se il cattolicesimo è vero, allora l'aver accettato quel sacramento in punto di morte significa andare in paradiso per l'intera vita eterna.

Ecco il punto: o non ci perdi niente, oppure ci guadagni tutto.

Insomma, in punto di morte, accettare quel sacramento era come accettare di scegliere tra “o pareggi, o vinci”.

Invece no: lui non ha voluto il battesimo, cioè ha scelto di perdere.

Avrà pensato che è meglio una sconfitta sicura subito, che l'impossibilità (per dieci secondi) di prevedere un pareggio o una vittoria.

Poveraccio.

Per il battesimo di quell'ateo non c'era bisogno di un corso di catechesi.

Bastava che lui contasse sull'intenzione di chi lo battezzava.

Bastava che pensasse: “non capisco cos'è il battesimo, non conosco la dottrina cristiana, ma accetto questo gesto fatto in nome della Chiesa, assumendomene tutte le conseguenze”.

Tutto qui.

Quel gesto di fiducia avrebbe abbondantemente sopperito alla (temporanea) mancanza di conoscenza della dottrina.

Dopotutto, al buon ladrone crocifisso con Gesù, non viene mica chiesto un corso intero di preparazione alla fede.

Che ci interessi o no, Cristo ha stabilito la Chiesa perché continuasse la Sua opera.

Che ci piaccia o no, salvo motivatissime eccezioni, per mantenere l'ordine è bene che certe forme siano rispettate (come per l'appunto il “corso di preparazione alla cresima”). Fìdati, te lo dice un nemico giurato della burocrazia clericale, te lo dice un critico spietato delle Riunioni di Parrocchia.

Nella mentalità comune il prete è un banale emettitore di certificati. Anche tu lo consideri tale, visto che per la tua amica stai facendo tanto baccano.

Il battesimo del piccino è visto come una specie di registrazione all'anagrafe. La cresima è vista come una delle tante scocciature necessarie a sfoggiare l'abito da sposa in chiesa. La comunione è vista come un obbligo a cui deve sottostare chiunque partecipi alla Messa. Errori comunissimi, che sono davvero il fondamento di tanta inutile burocrazia ecclesiale.

Se dei sacramenti non te ne importa niente, non dovresti andare a caccia di certificati, non dovresti fare il giro di telefonate per sapere quale parrocchia ha il “corso” di durata più breve, non dovresti aver bisogno di inventare pietose scuse per strappare qualche mini-privilegio per scansarti il necessario ed evitare l'inevitabile.

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(15.10.09)