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(24.06.10)

 Corso di cresima veloce e rapido

Qualche sera fa telefona una persona in parrocchia e chiede se è possibile fare un corso veloce di cresima.

Per fortuna eravamo a telefono, altrimenti avrebbe notato che mi brillavano gli occhi e che faticavo a trattenere la mandibola per ridere fino a sganasciarmi.

Prendo fiato (per non tradire l'emozione) e rispondo con indifferenza: «sì, qui noi organizziamo corsi veloci di cresima, certamente».

La persona stenta a credere alle proprie orecchie, ed insiste: «sa, c'è un caso molto particolare» (eh, vorrei sapere se esiste al mondo qualcuno che non crede che il suo sia un caso “molto particolare” degno di sconti, meritevole di agevolazioni e necessitante di facilitazioni), «sa, è importante che il corso di cresima sia breve e sintetico» (eh, vorrei sapere se esiste ancora al mondo qualcuno che vuole prepararsi adeguatamente a ricevere un sacramento così importante, utilizzando tutto il tempo che si rivelasse necessario), «sa, abbiamo chiesto a diversi preti un corso veloce per la cresima ma nel migliore dei casi è questione di varie settimane…»

Da gran bastrd. lup.mannar. infam. gran.farabutt. rispondo con una voce untuosa e musicale: «ma si figuri, anche per i preti è una fatica, e pertanto quando c'è necessità il parroco qui può organizzare un corso di cresima rapido ed essenziale, stringato e ridotto, su misura per i vostri problemi…» (non ho detto “vostre esigenze” solo perché al momento mi sfuggiva il termine, però sarebbe stata una pennellata “televisiva” perfetta).

La persona in questione avrebbe dovuto mangiare la foglia, ed invece… abbocca all'esca: «padre», mi chiede (pensa che io sia un aiuto-parroco o qualcosa del genere), «allora come possiamo fare?»

Ed io: «il parroco è sempre qui in parrocchia, appena possibile venite qui, ne parlate, e definite modalità e tempi». E lui: «padre, ecco, noi dovremmo concludere in non più di tre o quattro serate…»

Il mio animo criminale gongola, lo interrompo per dirgli: «beh, qui per corso di cresima veloce intendiamo non più di un paio di serate, sa, gli impegni di questo periodo sono tanti per tutti…»

Il tizio è talmente contento da non sospettare nulla (quanto è facile credere a ciò che ci fa piacere!)

Con una sola eccezione: sospetta che ci possa essere un prezzo da pagare per questa sveltezza del corso di cresima. Per cui cambia tono di voce e mi chiede: «padre, ma poi… per un'offerta, come possiamo accordarci?»

«Accordarci», capite? Il tizio vuole comprare un corso di cresima veloce, cioè un vantaggioso (per lui) servizio di cui farebbe volentieri a meno, e naturalmente vuole anche contrattare il prezzo, vuole accordarsi col prete per un'offerta che sembri equa a lui piuttosto che al prete. Probabilmente non sa che i corsi di cresima sono gratis e che quindi se un corso è lungo, è il prete a rimetterci (rimetterci tempo, pazienza e fatica).

Colgo la palla al balzo per dare un'altra infarinata di realismo (non posso sempre prenderlo per il sedere, voglio cucinarmelo per bene): «questa parrocchia chiede solo dieci euro che servono in realtà a pagare il Compendio del Catechismo della Chiesa, sa, il Compendio, cioè il riassunto…» (in realtà il Compendio costa solo nove e cinquanta).

Lui, sempre più gasato (corso di cresima veloce, catechismo riassunto, prezzo da pagare tutto sommato ragionevole e poi legato al prezzo di un libro, non del servizio che sta chiedendo): «posso venire domani sera verso le otto o le nove, va bene?» (capite? il contrario della puntualità… non ha dato un orario preciso, ma un'approssimazione alla carlona, come se il suo tempo fosse cento volte più prezioso di quello del parroco).

A questo punto mi rendo conto di aver combinato un pasticcio proprio grosso: pensa che sia io il parroco o qualcosa del genere, gli ho promesso un corso di cresima su misura delle sue migliori aspettative, e non vede l'ora di concludere l'affarone costatogli solo una telefonata.

Tento maldestramente di rimediare: «io veramente non sono il parroco, sono solo uno dei fedeli impegnati, però vi conviene ritelefonare tra mezz'ora, che il parroco è sicuramente di ritorno…»

Mica glielo dico che il parroco torna venerdì, eh! Mica glielo dico che a minuti chiudiamo bottega...

Esco dalla sacrestia, e incrocio quella splendida figliuola la cui vista mi rende piacevole il permanere nei locali della parrocchia per più tempo dello stretto necessario. «Eri a telefono?» mi chiede distrattamente. «Hanno sbagliato numero», le rispondo sorridendo (ma quant'è carina!)

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(27.5.07)