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(24.06.10)

 Perché non leggo la Bibbia, un'altra risposta

“Non leggo la Bibbia” non significa “censuro la Bibbia”.

Dato che non hai letto che qualche sporadica sillaba di tutto quel che ho scritto, ti chiedo anzitutto di rileggere con calma i “post” di questi ultimi giorni e di concedermi la possibile attenuante dell'eventualità di essermi espresso male o con troppa fretta in qualche punto (la necessità di chiedertelo è già indizio sufficiente per sapere che non lo hai fatto).

Sì, è vero, nella Imitazione di Cristo si raccomanda di “ricercare la verità” nelle Sacre Scritture ma... non puoi darmi la citazione troncata alla sola parte che ti interessa. Sono andato a cercare il paragrafo in questione, dove raccomanda di leggere i libri divoti, ma la parte interessante è questa:

La nostra curiosità ci è spesso di ostacolo nella lettura delle Scritture, quando vogliamo capire e discutere, dove sarebbe da passarvi sopra semplicemente.
Credo che questo sia il miglior riassunto delle mie pagine.

Capisci? “Passarvi sopra semplicemente”. Dunque non tutte le pagine della Scrittura hanno ugual peso, vero? (la Chiesa lo ha sempre insegnato, ma per ricordartelo sto usando la tua citazione).

“Curiosità”, esatto? Tu vuoi che si legga la Bibbia (cioè aggiungere una cosa in più da fare nella vita quotidiana) e che la si “mediti”, ma senza dire come si può sfuggire alla tentazione dell'attivismo e della curiosità.

Le mie considerazioni “non leggo la Bibbia” - da intendere “non ho bisogno di aggiungere alla mia vita la lettura della Bibbia, visto che la Messa quotidiana già provvede a leggermela nel miglior modo possibile” - sono partite da alcune constatazioni.

Anzitutto il fatto che oggi siamo sottoposti ad un vero e proprio diluvio di parole, immagini, suoni: il “leggere” - nel vero senso della parola, cioè “leggere con frutto” - è diventato arduo. Oggi lo studio è ridotto a nozionismo, la lettura è ridotta a distrazione, tutto ciò che c'era da vedere, sentire e leggere, ci sembra di averlo già visto, sentito e letto - non solo grazie alla TV. Per cui il partito dei “Bisogna Leggere la Bibbia Leggiamo La Bibbia” ha già un grave problema: il suo slogan sottintende già il dover prima vincere una battaglia contro le distrazioni della vita e contro gli effetti del diluvio di parole ed immagini, cioè il suo slogan suggerisce già di vivere come monaci.

Vorrei poi chiederti: come e quando andrebbe letta la Bibbia? Ritagliarsi una mezz'ora per assistere al telefilm riesce (quasi) sempre, ma... mezz'ora per la Bibbia? Oggi non riusciamo facilmente a crearci angoli di preghiera durante la giornata. Non siamo mica monaci di clausura. Certo, talvolta ci si può riuscire, ma non è questo che metto in dubbio. Metto in dubbio, piuttosto, la riduzione di quel “leggere la Bibbia” ad attivismo: presto si finirebbe per farlo distrattamente, presto si finirebbe per farlo tanto perché un po' di rispetto per il Libro Magico bisogna pur averlo...

La trasformazione della Bibbia in Magico Libro con tutte le soluzioni ai problemi della vita. La trasformazione della Bibbia in piccolo idolo da aggiungere al proprio Pantheon personale. La trasformazione della Bibbia in contenuto culturale da conoscere assolutamente per restare à la page.

Ecco, questo è il punto di arrivo. La separazione della Bibbia dalla liturgia produce un nuovo piccolo idolo. Che alcuni tentano di ovviare con tentativi patetici (le “cappelle della Parola”, le riunioni di “Ascolto della Parola”, e via cianciando) fondati sullo stesso tipo di errore che si voleva evitare.

La separazione della Bibbia dalla liturgia è in fin dei conti un sola Scriptura protestante travestito da cattolico.

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(5.8.09)