Perché tanta frenesia nel proporre la lettura della Bibbia? Le persone più anziane ricordano che questa moda è esplosa solo negli ultimi decenni; in precedenza, per catechizzare bambini e adulti, circolavano riassunti (in italiano) della storia della salvezza che non andavano certo ad indugiare su questioni non veramente urgenti per la nostra fede oggi (per esempio su come andasse castrato colui che si fosse macchiato di determinati peccati riguardanti la sessualità).
Fanno tanta cagnara per ricordarci che la Bibbia è Parola di Dio (come se esistesse qualche cristiano che non lo sapesse) e per... raccomandarcene la lettura.
Lettura? Sento puzza di bruciato. La liturgia già ci amministra una selezione ordinata e intelligente di tutto ciò che ci serve. Perché mai al di fuori della liturgia dovremmo usare del tempo ogni giorno per leggere la Bibbia? Forse che la liturgia e le preghiere non bastano più? Forse che fino a poco tempo fa i cristiani erano stati tutti stupidi e ignoranti nel trascurare la lettura della Bibbia?
Forse che i cristiani di oggi si debbano trasformare all'improvviso in pensosi “antichi padri del deserto”? (i quali, sia detto una volta e per tutte, non vivevano certo di sola Scriptura) Forse che la santità consista nel diventare finissimi esegeti di sperdute perìcopi, esperti di minuzie veterotestamentarie ed arguti scrutatori di moscerini e virgole, tutti presi dall'analisi del testo e dallo studio dei professori commentatori?
La frenetica raccomandazione della lettura della Bibbia proviene dunque da coloro che pensano che la fede sia un'attività professorale, da coloro che riducono la liturgia ad un ricordino con collage di citazioni bibliche, e soprattutto da coloro che pensano che il cristiano è ampiamente dotato di tempo libero, sprovvisto di preoccupazioni, e dotato di sufficienti cognizioni teologiche per poter affrontare la “lettura della Bibbia” senza che affiori perplessità o noia.
Il preside fa mobbing e tu dovresti cimentarti con Benaià figlio di Ioiadà (e chi è?) e la battaglia a Taanach (e dov'è?) sulle acque di Meghiddo? (e dov'è?) Ti hanno diagnosticato un principio di ulcera e tu ti erudiresti su Abisài fratello di Ioab (e chi è?) e su come bruciare in un luogo appartato un giovenco (e che è?) o un capro? Tua moglie sospetta un inesistente tradimento e tu ti distrarresti leggendo che Adoni-Zedek (e chi è?) mandò a dire ad Oam (e chi è?) di assaltare Gàbaon? (e dov'è?)
Ma se si tratta di leggere, cosa ha bisogno di leggere un cristiano per sostenere la propria fede? Per un cristiano che ha i suoi guai, i suoi peccati, le sue preoccupazioni e i suoi limiti, val più la lettura di Storia di un'anima di santa Teresa di Lisieux, oppure il sangue sull'architrave degli stìpiti per un'improbabile miopia dell'angelo vendicatore? È più immediatamente utile un libro come quello o la Bibbia?
La Bibbia si capisce solo alla luce della Tradizione e del Magistero. Non è mortalmente indispensabile leggerla, tanto più che la liturgia ce ne offre continuamente, nella misura in cui ci serve e nella misura in cui ci fa bene.
Per questo non leggo la Bibbia. La liturgia già me ne offre quel che mi è utile, e nella miglior maniera per farmela comprendere.
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