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(24.06.10)

 Speranza: in esclusiva al cattolicesimo

Un amico ha sradicato il cattolicesimo dalla sua vita, finendo per sostituirlo con un'altra religione.

Per molti anni si è sentito un eroe. Quanto gli era facile ripetermi i luoghi comuni che apprendeva del quotidiano Repubblica! La sua religione è al di sopra di ogni sospetto mentre la Chiesa cattolica è sempre nel mirino dei media.

Comodissima, una religione compatibile con le colonne dei giornali di moda, davvero comodissima una religione che non è mai nel mirino dei media.

Almeno finché gli eventi della vita non la mettono alla prova.

Sua moglie ha appena saputo di dover affrontare una difficile operazione chirurgica e lui si accorge (ma è troppo orgoglioso per ammetterlo) che in questo caso la sua religione non serve a niente.

Quando mi ha confidato che si sentiva abbattuto, con la massima pacatezza gli ho risposto: “prega”. C'è mancato poco che mi prendesse a pedate.

C'è mancato poco che mi urlasse: “«prega», dici? Servirà forse a cambiare la situazione?”

Glielo avevo detto con sincerità, non lo prendevo in giro. La sua religione non gli vieta mica di pregare, al contrario, ogni giorno lui prega più di me (una gran quantità di invocazioni ad un dio lontano e ultimamente inconoscibile).

Ma quel “prega” è stato peggio di una pugnalata. C'è mancato poco che gridasse: “«prega»? vuoi forse convertirmi? o giudicare la mia religione? o credi di aver capito perfettamente il mio stato d'animo?”

Le religioni sono tentativi umani e perciò non reggono all'impatto con le cose della vita.

Per questo le religioni funzionano bene solo fra i borghesi sazi e con molto tempo libero a disposizione, e fra i depressi che hanno bisogno di qualcosa per fuggire dalla realtà.

Il cristianesimo - quello vero, cioè quello cattolico - non è un tentativo di raggiungere Dio; al contrario, è Dio che ha raggiunto l'uomo.

La speranza può sussistere solo sulla base di una certezza. Altrimenti è una speranza fabbricata dall'uomo, cioè è un desiderio disperato ma presentato in modo addolcito ed elegante.

E chi non ce la fa a fabbricarselo, trovandosi dinanzi ad un evento di fronte al quale c'è poco da nascondere dietro l'ipocrisia... solitamente non riesce a far altro che rigettare la speranza e detestare la preghiera.

Dev'essere stato anche per questo che il don Giussani ha sempre tanto insistito sul prendere sul serio la realtà secondo tutti i suoi fattori. Cioè senza censurare l'imprevisto.

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(2.7.09)