Il Gius condannava il cattocomunismo con parecchi (parecchi) decenni di anticipo.
Milano, 12 aprile 1948
Mio caro amico, forse ti sembrerà strano ricevere questa mia lettera, e a prima vista ti sembrerà ancor più sconveniente il contenuto. Ma il tuo buon senso saprà comprendermi e l'amicizia che ci lega mi saprà perdonare se, cercando di assolvere un mio preciso dovere di coscienza, urterò forse la tua suscettibilità. Una quindicina di anni fa mi chiamavi “Gigetto” o “Gigi” e ci si faceva compagnia. Ora mi chiami col “Don” e non ci si vede che raramente: tu hai preso la tua strada, io ho preso la mia. Tu le tue idee, io le mie. Ma, io spero che, oltre l'amicizia di coscritti, noi continuiamo ad avere ancora una grande cosa in comune: il rispetto alla tradizione cristiana lasciataci dai nostri vecchi, la fede nella Chiesa di Dio. Ci si sta avvicinando ad un giorno che è decisivo per la vita della nostra religione. Tu hai già capito, e forse ti cominci a ribellare a ciò che dico. Ti hanno già persuaso che la Chiesa e la Religione col 18 aprile non c'entrano. Ti han già persuaso che che c'è tutta una montatura dei preti “che fan politica”. Ti han già persuaso che si può essere comunisti e rimanere cristiani. Io volevo semplicemente dirti che: giudici e responsabili del cristianesimo non sono i capi di partito o i propagandisti che dominano la situazione negli stabilimenti. I giudici e i responsabili del Suo Cristianesimo li ha creati Gesù Cristo nel Vangelo, e non il Papa e i Vescovi. Ad essi Dio ha detto (Vangelo di S.Matteo): «Qualunque cosa voi condannerete sulla terra, la condannerò anch'io nel cielo. Chi ascolta voi ascolta me; chi non ascolta voi non ascolta me». E questo significa che chi non ubbidisce al Papa ed ai Vescovi non è più Cristiano. (...) Senti amico, tu non puoi rimproverarmi se con queste mie parole ho voluto anch'io contribuire a che tu per l'atto decisivo del tuo voto ti abbia a mettere una mano sulla coscienza. Ricordati che è una illusione sperare in un benessere economico da movimenti contrari - anche se non ne sei persuaso alle leggi di Dio e della Chiesa. Non si può servire a due padroni (Vangelo). Non si può pretendere che la Chiesa benedica il tuo matrimonio o la tua morte, perché ti comoda così e poi sostenere quelli che ne sparlano e la calunniano. Dio non si prende in giro. Credimi, è con tutto il mio solito espansivo affetto che io ti prego: non agire per inqualificabile avversione verso l'Idea Cristiana, non ascoltare chi ti riempire la testa di antipatia e di sfiducia, verso il segno della Croce che è il Segno della Fede dei tuoi vecchi, compi un atto di fede nella tua religione che ti ha battezzato, che ti ha educato, che salverà la tua anima. Ascoltami, amico, se non vuoi avere una tremenda responsabilità: per sempre.
Credimi: non sono un impostore: tu mi conosci.
Ti stringe la mano il tuo affezionatissimo amico
Don Luigi Giussani
(citazione recuperata da qui)
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