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(24.06.10)

 Crocifissioni moderne

Dunque, consideriamo quest'uomo.

Non granché quanto a cultura, una vita senza momenti spettacolari, il sacerdozio esercitato per un buon numero di anni, specialmente nelle attività coi giovani: campi scuola, partitella di pallone, momento di preghiera, momento in pizzeria, giornata della gioventù...

Consideriamo una persona che decide di “ricordare” un abuso sessuale avvenuto vent'anni prima, e che invece di andare dalla polizia va direttamente dal proprio avvocato (la polizia infatti avrebbe indagato, avrebbe cercato di accertare la credibilità del denunciante, la credibilità del caso, la deposizione del denunciato, avrebbe cercato indizi a favore e contro...)

L'avvocato, invece, contatta direttamente il vescovo.

E il vescovo, per evitare di scatenare un inutile putiferio, prevedibilmente “dimette” il prete in questione (via dalla canonica, via dalla parrocchia, via da ogni attività sacerdotale), in attesa che si chiarisca il tutto.

Non c'è stata indagine, non c'è prova, non sono state coinvolte le forze dell'ordine: ci sono solo un accusatore e il suo avvocato, e dall'altra parte il prete accusato e il suo vescovo.

L'avvocato punta in alto, perché sa che può spremere per bene la diocesi, ma il vescovo non è disposto a pagare cifre esosissime solo sulla base di un'accusa, vuole le prove.

Non c'è stata indagine, non c'è prova, e l'avvocato ha bisogno di alzare la posta, e pertanto la storia “trapela” ai media, guarda caso proprio in un periodo in cui c'era bisogno di sbattere un mostro in prima pagina (cioè un momento qualsiasi).

Gli “esperti” naturalmente pontificano che sicuramente il prete è colpevole, poiché il caso è arrivato sui media nonostante il fatto che il suo vescovo abbia tentato di “insabbiare” il caso.

In poco tempo diventa per “tutti” certo il verdetto di colpevolezza: eh, questo insospettabile prete, ora abbiamo capito perché era sempre in mezzo ai giovani, eh, si era nascosto bene, la sua onestà era solo una copertura per i più deplorevoli abusi, eh, chissà quanti altri ne nasconde, ma verranno fuori, eh, se verranno fuori... e chissà quanti altri preti come lui sono invischiati in questa stessa storia! Poco importa che ancora non c'è stata indagine, ancora non c'è uno straccio di prova.

Il vescovo gli impone di sparire per quattro o cinque anni, che è il tempo stimato perché il processo cominci, si svolga e finisca; il vescovo magari si dice certo dell'innocenza del suo prete, ma sarà difficile dimostrarlo in tribunale e sui media, e quindi suggerirà di cercare un accomodamento, un patteggiamento, qualsiasi cosa pur di non ingigantire inutilmente il caso: poco importa che ancora non è stato dimostrato nulla, il vescovo ha già le sue tante e terribili rogne, e farebbe volentieri a meno di occuparsi anche di questa, che magari gli sta bloccando la promozione ad altra diocesi, o peggio gli giunge in un momento in cui diversi preti gli si stanno ribellando...

“La tua parola contro la mia”: ancora nulla è stato provato, ma per “tutti” il prete è già condannato, dopotutto hanno visto in televisione un “documentario” (sedicente tale) che parlerebbe di gravi “abusi” di “chissà quanti” preti.

Il prete accusato, provato nei nervi, nella pazienza e nella salute, che ha perso la faccia e l'onore anche nei confronti dei più stretti familiari ed amici (timorosi peraltro di essere accusati di connivenza con un prete marchiato da “abusi”), smette di ribellarsi, perché capisce che in campo ci sono forze ed equilibri molto più grandi di lui.

A questo punto magari spunta fuori un'altra “vittima” di “abusi” commessi dal prete in questione, sempre diversi decenni prima: evidentemente qualche altro avvocato ha pensato bene che la diocesi può ben pagare anche lui.

Molti anni dopo la faccenda finalmente verrà al termine, con un accordo extragiudiziale che dissanguerà le casse della diocesi.

Talvolta si riesce, dopo molti anni, a dimostrare l'innocenza del prete (quando magari è già morto). Ma nel frattempo un mucchio di persone, galvanizzate dal caso, hanno perso fiducia nella Chiesa, hanno cominciato a pensare che ogni prete “nasconde” qualcosa, hanno smesso di fidarsi del clero e dei religiosi anche per le cose più banali.

“Possibile che sia davvero innocente? dopo tutti questi anni e tutte queste accuse? secondo me c'è qualcosa sotto, hanno insabbiato, hanno nascosto, secondo me era veramente colpevole di qualcosa, non si sa cosa, ma colpevole”.

Tutto questo grazie alla TV e al fatto che è più facile credere alle calunnie che alla verità.

Pagina liberamente tradotta e adattata da alcuni articoli del sito: Opus Bono Sacerdotii. Consigliato anche il sito italiano Centro di documentazione "Falsi abusi sui minori"

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(26.5.07)