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(24.06.10)

 Gli argomenti tabù e le buzz-words

Esistono alcune parole ed alcuni argomenti che scatenano un'interminabile quantità di discussioni. Esserne coscienti aiuta molto.

Per esempio, la categoria delle buzz-words, utilissime quando qualcuno ti fa una domanda fastidiosa a cui non vuoi rispondere.

Un argomento famoso è “Berlusconi”.

Esempio: ti domandano se hai superato quel tale esame. Tu non vuoi rispondere e cominci a raccontare che (incredibile!) in fila per l'esame prima di te c'era una che era stata alle feste nella villa del Berlusca e che però alle elezioni aveva votato contro il Berlusca e che comunque col prof all'esame ha parlato solo del Berlusca e...

E certamente già dopo la prima volta che hai nominato il Berlusca si è scatenata una grande discussione tra i presenti. Per nominarlo la seconda volta hai dovuto alzare la voce. Per nominarlo la terza volta hai dovuto addirittura urlare.

Se qualcuno intuisce il tuo trucco e ti chiede: “sì, ma l'esame?” puoi prevenirlo e dire, ancor prima che abbia finito di parlare: “ma secondo me il Berlusca non ha tutti i torti e poi non è così nero come lo dipingono”, il che scatenerà altre furibonde discussioni...

I tabù funzionano al contrario.

Ugualmente scatenano discussioni, ma distruggono irrimediabilmente tutto ciò che eri riuscito ad esporre e dimostrare. Fanno dimenticare agli interlocutori tutto ciò che eri riuscito a spiegare. Ti fanno passare dalla parte del torto anche se avevi detto solo che nove per nove fa ottantuno.

È come nominare la Lazio in un covo di romanisti mentre stanno piacevolmente discutendo su quant'era buono l'abbacchio della cena precedente (mangiato per dimenticare la sconfitta nel derby).

Riesce purtroppo facilissimo incappare in buzz-words o in parole tabù, per cui occorre una certa dimestichezza nel districarsi nei discorsi senza nominare le prime (a meno che non siano necessarie per eludere argomenti fastidiosi) e senza nominare le seconde.

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(5.9.09)