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(24.06.10)

 Dio esiste, ma non sei tu: rasségnati!

Partiamo dai dati di fatto.

Il solo prendere coscienza dell'esistenza delle cose rinvia necessariamente a “qualcosa d'altro”. Non ho scelto io di venire al mondo in Italia durante il ventesimo secolo, esattamente in quella famiglia, in quelle condizioni economiche, eccetera, tanto meno scelgo quanti capelli ho in testa o il numero delle mie scarpe, eccetera, eccetera. Più filosoficamente, “la realtà è un dato”.

Qualcosa “ha posto in essere” l'universo che io non ho fatto (e di cui faccio parte), universo che non sono in grado di conoscere se non in una trascurabile minuscola parte. Non conosco per bene nemmeno le cose che utilizzo: so la formula C7-H6-O3 ma non mi basta per prepararmi da solo un'aspirina per il mal di testa, conosco il funzionamento del motore a turbina non mi basta per creare un Airbus A330, eccetera.

Tutte queste cose valgono evidentemente anche per te e per chiunque altro, “credente” o “agnostico” o come altro preferisca farsi indicare.

Il primo dato di fatto incontrovertibile è che non ci siamo fatti da soli e che nemmeno “le cose” (l'intero universo) si sono fatte da sole.

Il secondo dato di fatto incontrovertibile è che con tutti i nostri sforzi e tutta la nostra buona volontà, non possiamo conoscere interamente l'universo (e neppure una minima parte).

Per rifiutare dati incontrovertibili è necessario smettere di usare la ragione e cominciare a parlare per sofismi e a vanvera.

Dichiararsi agnostici o atei significa voler ignorare o negare il primo punto ed abusare del secondo.

Che lo si chiami “Dio Padre” o lo si chiami “principio primo di tutte le cose” o in altro modo, la sostanza della questione non cambia.

Voler ignorare il primo punto è irragionevole; pretendere poi che l'ignorarlo sia ragionevole è una menzogna.

Per questo si deduce necessariamente che i sedicenti agnostici di oggi o sono pigri o sono in malafede.

Mi spiego: o è quella pigrizia mentale da personaggi che hanno come Dio il loro ventre e dintorni, oppure è una forma più o meno elegante di ostilità alla Chiesa (“non voglio avere a che fare con la Chiesa, perciò mi dichiaro ateo o agnostico”). Oppure è entrambe le cose.

Ti assicuro che conosco parecchi che si definiscono atei o agnostici (non solo nel luogo dove lavoro) e che tutti, senza eccezione, in un modo o nell'altro ce l'hanno contro la Chiesa. Talvolta obiettano “contro tutte le religioni”, ma in particolare, sempre, fermamente e convintamente, ce l'hanno contro la Chiesa. Senza eccezione. Mai sentito nessuno di loro dire: per questa battaglia la Chiesa ha ragione, per questo argomento la Chiesa ha parlato bene. Mai. Al contrario, mi è capitato di veder gente addirittura pronta a cambiare idea nel momento in cui si accorgeva di trovarsi in accordo con la Chiesa. Perbacco, ma allora è vero che chi detesta la Chiesa si rifugia dietro comode etichette!

Difendere l'agnosticismo o l'ateismo è perciò difendere un'etichetta di comodo: è un rifugio psicologico fondato sull'irrazionale al pari del credere nei rettiliani che complottano col governo americano. C'è gente che avverte l'urgente bisogno di credere agli oroscopi, e c'è gente che avverte l'urgente bisogno di dichiarare all'universo mondo di non voler credere in niente - o più elegantemente di non “poter” credere in niente - e dietro tutto questo fregiarsi di etichette da “agnostici” e “atei” c'è solo un odio alla Chiesa. O piuttosto, odio ad un'immagine distorta della Chiesa, un pregiudizio di cui si va fieri e contro il quale non si accetta alcuna ragione.

Insomma, il cosiddetto “agnosticismo” è una delle tante “religioni negative” che attualmente vanno di moda. Ha i suoi dogmi a cui bisogna credere con ferrea volontà; ha i suoi santi garanti di tali dogmi; ha i suoi templi e i suoi simboli, che affollano le colonnette laterali dei blog dei fedeli; ha i suoi sacerdoti dalle cui esternazioni pendono giulivi i fedeli; ha le sue liturgie, primizia delle quali è lo stracciarsi le vesti di fronte a chi la ragione la usa davvero... ed è tutto scimmiottato bene o male dalla Chiesa cattolica.

Religioni negative: non hanno qualcosa da proporre ma si fondano su un elenco di negazioni e di pregiudizi, per la quasi totalità fondati sull'odio alla Chiesa. Ed il paradosso è che più odiano la Chiesa, e più i loro metodi somigliano ai difetti che contestano alla Chiesa.

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(5.9.09)